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Il digiuno nello Yoga: “Upavasa”

Il digiuno lunare è quel digiuno che viene praticato secondo le fasi lunari, l'undicesimo giorno della luna calante e l'undicesimo di quella crescente. Sin dalla tradizione vedica i giorni di Ekadasi (Eka-dashi significa in sanscrito "undici") sono riconosciuti essere quelli più adatti alla pratica del digiuno.


L’influsso della luna sul nostro pianeta si manifesta in molti modi e il più evidente sono le maree. Enormi masse d’acqua spostate con regolarità impressionante da un’energia invisibile, seguendo le fasi della luna.

L’uomo è parte della natura, e questo influsso coinvolge anche la sua struttura psico-fisica e le sue funzioni.

Il corpo umano è costituito prevalentemente di acqua e risente dell'influenza gravitazionale fra la Terra e la Luna.

Nell’undicesimo giorno la luna esercita la massima attrazione gravitazionale sui liquidi della terra.

L'attrazione lunare sui liquidi del corpo influisce sull'organismo e gli antichi yogi avevano colto questa sottile connessione sviluppando l'abitudine a digiunare in questi giorni.

Con la pratica del digiuno, si ottiene una purificazione più profonda dell'organismo e si contrastano alcuni effetti che la luna ha sul sistema endocrino. Questo aiuta a:

  • veicolare il rilascio delle tossine dai tessuti, favorendo la disintossicazione e la rigenerazione del corpo;

  • veicolare il rilascio delle emozioni, aumentando la propria capacità di connessione ai livelli sottili, purificando la mente ed elevando lo spirito.


Il giorno del digiuno viene detto in sanscrito "Upavasa" (upa=vicino, vasa=dimora divina), in quanto consente di avvicinarsi al Divino. Distaccandosi dal cibo la mente ha la possibilità di elevarsi nelle sfere più sottili e spirituali, andando in cerca della sua dimora divina.

Upavasa , il digiuno secondo la disciplina dello yoga, oltre ad essere un metodo di purificazione fisica è anche uno strumento per rendere la mente più pura. Durante la pratica del digiuno infatti abbiamo più tempo a disposizione da dedicare a noi stessi ed eventualmente alle pratiche dello yoga, della meditazione e all'introspezione.

La persona che digiuna riceve ulteriore energia sottile dall'alto, non la spende per la digestione grossolana del cibo, ma la sublima in potere personale, che poi usa per scopi degni.



Benefici di una pratica costante di digiuno

  • riposo degli organi dell’apparato digerente con conseguente aumento dell'energia;

  • espulsione delle tossine accumulate nel sangue, nelle cellule e nel sistema nervoso;

  • purificazione della mente e svuotamento dei pensieri:

  • aumento della lucidità mentale, vitalità e della centratura.



Durante la pratica del digiuno evitare sforzi fisici e dedicarsi maggiormente alle pratiche spirituali.


Come praticare il digiuno


È possibile fare un digiuno di sola frutta mangiando ogni tanto un frutto quando la fame sia insopportabile o con soli succhi di frutta o verdura. Alcuni si limitano a evitare solo legumi e cereali. Naturalmente solo alimenti vegetariani.

Tuttavia il vero digiuno è quando non si mangia assolutamente niente.

Quando si acquisita esperienza e si è abituati a digiunare, astenersi anche dai liquidi darà un risultato più profondo. È questa la vera pratica di upavasa.

Ma qualsiasi pratica deve tenere conto delle caratteristiche personali e del periodo che si sta vivendo. Sicuramente ridurre il consumo di cibo, sia in varietà che in quantità, sarebbe consigliato, per ricevere la preziosa energia che caratterizza questi giorni.

Per attuare il digiuno è importante godere di buona salute e praticare uno stile di vita sano.

Se neofiti bisogna avvicinarsi gradualmente, mangiando frutta, poi in seguito bevendo acqua e poi passare al digiuno a secco. Solo quando si sia già acquisito un certo livello di purificazione dell'organismo, quindi dopo ad esempio 6 mesi (12 digiuni). In questo modo bevendo acqua naturale aiuteremo i reni ad eliminare le prime tossine che l'organismo scova nei tessuti durante i primi digiuni.


Secondo le antiche scritture, Dio diede all'umanità i giorni di Ekadashi in modo che le anime delle persone gravate dal karma terreno e dagli attaccamenti materiali potessero ottenere benefici difficili da ottenere, che nei nostri tempi difficili sono la conoscenza spirituale e il progresso dei ricercatori spirituali verso i mondi superiori. Ekadashi non contraddice alcuna religione.

Puoi rispettarlo in modi diversi, a seconda della tua salute, forza di volontà e obiettivi, in parte, questo è il motivo della sua popolarità in tutto il mondo.




Il digiuno yogico inizia la sera dopo aver cenato, si protrae per l'intero giorno successivo e si interrompe con la colazione della mattina (che segue il giorno di digiuno), si tratta quindi di un digiuno di circa 36 ore.

Ad esempio, decido di digiunare domenica poiché è il giorno di ekadasi , sabato dopo cena inizierò il digiuno che interromperò lunedì con la colazione.





Il digiuno viene interrotto il mattino seguente dopo un’adeguata igiene orale (uso del nettalingua), con una tazza abbondante di acqua mescolata a succo di limone e un pizzico di sale. Una miscela basica che neutralizza l’acidità concentrata dei succhi gastrici e pulisce le pareti dello stomaco e dell’intestino.

Dopo circa mezz’ora si possono mangiare della frutta fresca e yogurt naturale, che aiuteranno la pulizia dello stomaco e aumenteranno la flora intestinale, mentre una banana matura è consigliata per il suo valore nutritivo e l’effetto protettivo della mucosa gastrica.

Il pranzo poi dovrebbe essere sostanzioso ma non pesante, a base soprattutto di cereali integrali (riso, orzo, farro bolliti e conditi con poco olio crudo) e verdure, senza arrivare a sentire la sensazione di gonfiore.

Aiutando l’organismo a riprendere le sue funzioni nel migliore dei modi.

Nei giorni successivi si potranno aggiungere via via nuovi alimenti sino a tornare a un’alimentazione normale.


Quando non introduciamo cibo nell'organismo, anche il bisogno di acqua diminuisce, il nostro corpo infatti è composto per il 75% da liquidi.

Evitando i liquidi invece otterremo una purificazione profonda dei tessuti in particolare elimineremo più acidi, nemici delle articolazioni e dei legamenti.


Praticare regolarmente questo digiuno aiuta a mantenersi in buona salute, pur mangiando correttamente il corpo tende ad accumulare comunque tossine che a lungo andare ostacolano le normali funzioni dei vari organi e possono causare disturbi e malattie.

Per alcune persone la fase iniziale del processo di pulizia interna a volte può essere difficile, e il senso di disagio, fatica e stordimento, mal di testa, vertigini, debolezza, nausea e dolori articolari che incontrano nei primi digiuni è dovuto proprio all’eliminazione delle tossine accumulate.

Sensazioni che scompaiono dopo i primi digiuni e sono sostituite da un senso di leggerezza e vitalità.



Digiuno, via di consapevolezza


Il digiuno lunare purifica il corpo, rafforza la mente ed eleva lo spirito. Questa tecnica è stata usata per millenni per favorire l’introspezione e la ricerca spirituale, tramandandoci la sapienza e l’esperienza degli antichi saggi.

Molti santi, yogi e grandi spiritualisti hanno usato il digiuno a sostegno del loro progresso spirituale, intuendo che il distacco dal cibo permette di allontanare la mente dai coinvolgimenti della vita terrena ed elevarsi nelle sfere più sottili dell’essere.

L'obiettivo principale del digiuno è la purificazione dei pensieri, lo sviluppo spirituale.

Una semplice tecnica alla portata di tutti, i cui benefici sono molto profondi, che può aiutare lo sviluppo individuale e collettivo dell’umanità.

“C’è una dolcezza nascosta

in uno stomaco vuoto.

Noi siamo liuti, niente di più, niente di meno.

Se la cassa di risonanza

è piena di qualunque cosa, non c’è musica.

Se il cervello e la pancia sono purificati

dall’ardere del digiuno, in ogni momento

una nuova canzone sale da questo fuoco.

La nebbia si dirada, e una nuova energia

fa salire di corsa

i gradini che portano a te.”

Gialal al-Din Rumi



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